Le vicende evolutive del Palazzo Starita si intrecciano con le grandi trasformazioni urbanistiche ed edilizie di quella parte di città che, dal finire del medioevo sino ai giorni nostri, ha costituito una importante cerniera urbana tra l’originario centro antico e la nuova espansione: vecchio e nuovo mondo.
Per comprendere le origini, forme e motivazioni della sua nascita, bisogna esaminare la maglia urbana nella quale il palazzo è inserito. È uno spazio incastrato tra la Piazza Maggiore con il suo sedile, il tracciato obbligato della muraglia sull’antico porto, un vicolo in forte pendenza di raccordo tra le quote della piazza e la muraglia oltre a quello spazio, all’epoca residuale ed informe, costituente l’attuale Piazza del Ferrarese. Osservando oggi a volo d’uccello la conformazione dell’isolato possiamo distinguere la presenza di più edifici, che in diversa maniera circondano il palazzo, lasciandolo libero solo sui lati meridionale (piazza del Ferrarese) e orientale (via Venezia e il Mare). Sugli altri lati edilizia civile abitativa in progressiva trasformazione nel corso dei secoli, oltre l’antico Sedile.
Le origini
Il palazzo sorge nell’area retrostante l’antico Sedile della Città, in una zona, a quel tempo del tutto marginale per il centro storico; un’area a ridosso della muraglia sull’antico porto, adiacente a luoghi pubblici quali l’antico deposito delle polveri, la guarnigione e gli stalloni della gendarmeria.
Sorge vicino alla più grande piazza cittadina: la Piazza Maggiore, centro dei mercanti e della vita civile e sociale della comunità; da quest’ultima apparentemente estraneo, oggi addirittura nascosto da alti edifici, che ne impediscono completamente la vista.
Eppure la sua mole, si stagliava e giganteggiava dietro il Sedile, e ancora si distingueva nelle vecchie foto e cartoline dei primi anni del secolo scorso.
La costruzione più antica oggi ancora presente è costituita dal Palazzo del Sedile, costruzione pubblica per le adunanze civili e giudiziarie costruito intorno al 1543 da Nicolantonio Bonafede di Acquaviva. Ad esso adiacente era la Chiesa di Santa Maria della Misericordia, presumibilmente corrispondente a parte del sedime dell’attuale palazzo Traversa. Sul retro del sedile (spazio oggi occupato dal palazzo Starita) aree e strutture destinate alla difesa del porto con deposito delle polveri, stalle, e ricoveri per la guarnigione.
L’evento dell’esplosione della polveriera del 1601, ampiamente riportato nella storiografia locale, certamente costituì l’occasione per ridefinire l’assetto edilizio di tale parte marginale della città. E’ del 1602, infatti, il restauro del Sedile fortemente danneggiato dall’esplosione; del 1604 la realizzazione della Torre dell’orologio; del 1612 l’apertura della porta di mare e infine del 1625 la completa demolizione della Chiesa di Santa Maria della Misericordia.
Certamente i gravi danni causati dall’esplosione della polveriera comportarono la realizzazione di nuove fabbriche nel sito del nostro palazzo. A questo periodo collocato intorno alla metà del XVII secolo possiamo associare alcuni elementi architettonici presenti tuttora nell’edificio quali il portale di accesso di scuola fanzaghiana su via Venezia, la scala disposta nell’angolo nord ovest del palazzo. Una serie di impressioni ci portano ad ipotizzare la costituzione di due o più abitazioni nell’area attuale del palazzo.
COBAR S.P.A. – Consolidamento statico e restauro architettonico dell’immobile denominato “Palazzo Starita”, di proprietà di Fondazione Puglia, sito in Bari – Progetto esecutivo – Elaborato di sintesi