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In Puglia le bacheche vuote dei cinema chiusi diventano contenitori per l’arte.

Le bacheche vuote dei cinema chiusi a causa della pandemia diventano spazi espositivi per le opere d’arte.
Dallo scorso 30 gennaio, e fino alla riapertura delle sale cinematografiche, cinquanta bacheche esterne dei cinema della Puglia sono state trasformate in vetrine espositive grazie agli interventi di 26 artisti.
Un progetto che richiama l’attenzione sull’importanza della cultura, anche in un momento di difficoltà e precarietà come quello che stiamo vivendo.

Si chiama “Prossimamente – l’Arte sostiene il Cinema, il Cinema sostiene l’Arte”, la mostra diffusa, patrocinata dal Comune di Bari, che attraversa la Puglia nei luoghi della settima arte.

La mostra è un esperimento espositivo che mette in scena le forme resilienti dell’arte in un invito aperto ai passanti a vivere l’arte come esperienza collettiva.
Tra gli artisti che hanno aderito all’iniziativa ci sono Mariantonietta Bagliato, Valerio Berruti, Andrea Francolino, Eva Hide e Cosimo Terlizzi. Le loro opere, e quelle degli altri partecipanti, saranno esposte fino alla riapertura delle sale cinematografiche nelle bacheche esterne di diversi cinema di Bari, Lecce, Barletta, Mola di Bari, San Giorgio Ionico e Santeramo in Colle: veri e propri manifesti, offerti allo sguardo dei passanti come forma di resistenza e resilienza.

Jasmine Pignatelli, Nessun uomo è un'isola. Courtesy Prossimamente

Cinema Opera, Barletta - Eva Hide, Kammerspiel, courtesy Prossimamente

Le sale cinematografiche coinvolte – commenta l’assessora alle Culture Ines Pierucci – sperimentano con questo progetto la volontà di aprire i propri spazi all’arte contemporanea per continuare a intrattenere il pubblico, per continuare a offrire un momento di svago, ma anche per suggellare un inedito scambio culturale nelle inusuali location fuori dal sistema delle gallerie e dei musei. La mostra è un esperimento espositivo che mette in scena le forme resilienti dell’arte in un invito aperto ai passanti a vivere l’arte come esperienza collettiva“.

Staff A.

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